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Ecco il pesce robot che sa scovare le zone marine inquinate senza disturbare la fauna
Nell'ambito del progetto denominato Shoal che vede la partecipazione di università e società private del Regno Unito e della Francia, alcuni ricercatori hanno progettato un pesce robot che è in grado di rilevare e identificare l'inquinamento nelle aree acquatiche (marine e non).
Il team ha dedicato tre lunghi anni per ideare e mettere a punto cinque fattori essenziali per la riuscita dell'impresa: l'intelligenza artificiale e quindi la capacità di elaborare in tempo reale i dati ricevuti, l'analisi chimica delle acque, la comunicazione subacquea efficiente tra il pesce e la centrale di controllo, il design che serve al robot per contenere tutta la tecnologia di cui ha bisogno, ma che deve essere anche assolutamente idrodinamico, proprio come un vero pesce.
Superati questi problemi, i ricercatori hanno dato al loro pesce anche la capacità di rilevare con esattezza la posizione delle zone inquinate e di tornare in totale autonomia alla base per rigenerare le batterie.
Al momento il primo prototipo è costato circa 25 mila euro, ma i ricercatori confidano che, dopo la prima fase di test, questo pesce possa essere entrare in produzione così da abbassarne il costo.
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Argomenti: robot inquinamento mari, pesce robot rilevare inquinamento, Shoal
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