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Adottando subito politiche adeguate si potrebbero ridurre di 2/3 i danni dovuti al cambiamento climatico
Stando ad un nuovo studio condotto dal Waker Institute for Climate Change Research presso l'Università di Reading (nel Regno Unito) e pubblicato sulla rivista scientifica Nature Climate Change, se subito venisse adottata a livello planetario una rigorosa politica di riduzione delle emissioni dei gas serra, allora avremmo "una probabilità del 50% di contenere al di sotto dei 2° C l'aumento della temperatura terrestre col conseguente risultato che, entro il 2100, si potrebbero anche ridurre i danni in una percentuale che va dal 20 al 65% rispetto a quanto oggi stimato e ritardarne l'impatto di alcuni decenni.
Per venire a qualcosa di un po' più tangibile basta dire che, se si iniziasse subito e comunque prima del 2016 a ridurre del 5% le emissioni annue fino al 2050, si riuscirebbe forse a contenere l'aumento della temperatura terrestre al di sotto dei 2° C che sarebbe di per sé sufficiente a far sì che tra i 100 e i 161 milioni di persone eviterebbero il rischio di inondazione dei fiumi e ad altri milioni e milioni di persone potrebbero essere risparmiati dalla scarsità d'acqua e dalla difficoltà produttiva delle colture agricole.
Qualora, invece, attendiamo fino al 2016 per imporre le restrizioni sulle emissioni, allora il numero delle persone in grado di scampare al rischio inondazione scende tra i 52 e i 120 milioni.
Laconico il Professor Nigel Arnell, Direttore dell'Istituto Walker che così afferma: "La riduzione delle emissioni di gas serra non eviterà gli impatti ambientali causati dal cambiamento climatico. La nostra ricerca dimostra sostiene, dunque, che è arrivato il momento di cambiare le cose dando al tempo stesso vita a edifici, sistemi di trasporto e a coltivazioni agricole più resistenti questi cambiamenti".
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Argomenti: danni cambiamenti climatici, studio cambiamenti climatici, rischio innodazioni
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