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Scienziati americani riescono a catturare l'energia elettrica prodotta durante la fotosintesi
Quando si parla di sfruttare in maniera ottimale l'energia solare, le piante hanno sempre da qualcosa da insegnarci.
Basti dire che la loro capacità rasenta quasi il 100% di efficienza quantica e che sono in grado di produrre lo stesso numero di elettroni per ogni fotone catturato.
Un processo così perfetto ed efficiente che, da sempre, i ricercatori di tutto il mondo tentano di replicare.
Come gli scienziati della University of Georgia (Stati Uniti) che, guidati dal professor Ramaraja Ramasamy, hanno sviluppato un modo per sfruttare la potenza della fotosintesi per produrre energia elettrica.
Cerchiamo di spiegare in modo semplice come sono riusciti ad arrivare a questo strabiliante risultato: grazie ai così detti tilacoidi che hanno la funzione di raccogliere la luce e immagazzinarla durante la fase luminosa della fotosintesi, gli elettroni liberati dalle molecole d'acqua sono utilizzati dalla pianta per la produzione degli zuccheri che servono da nutrimento.
Orbene gli scienziati americani sono stati in grado di alterare le proteine all'interno dei tilacoidi modificando il flusso di elettroni che sono stati convogliati attraverso microscopici nano tubi in carbonio (pensate, 50.000 volte più sottili di un capello umano!) lungo un filo elettrico.
Seppur ottimisti, prima di ipotizzare un utilizzo su larga scala, gli scienziati ritengono che, perfezionando il processo, al momento attuale si potrebbero ottenere solo sostanziali miglioramenti solo alla capacità produttiva degli pannelli solari e di altre apparecchiature elettroniche.
Che sia solo così o che un domani si possa sperare in qualcosa di molto più grande, ad ogni buon conto si tratta pur sempre di una "piccola" grande scoperta…
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Argomenti: fotosintesi, produzione energia fotosintesi, elettricità fotosintesi
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