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La UE rinvia ogni decisione per i biocarburanti con colture di prima generazione
Nell'ambito dei biocarburanti si deve fare una distinzione tra quelli ottenuti con colture di prima generazione, ovvero prodotti con vegetali appositamente coltivati allo scopo, e quelli di seconda generazione, ovvero carburanti derivanti da rifiuti organici e vegetali stessi.
Orbene, nel 2009 l'Unione Europea aveva fissato al 10% il tetto massimo, da raggiungere entro il 2020, dei biocombustibili derivanti da colture di prima generazione, ma dato che è già stato raggiunto il traguardo del 5%, era stata avanzata una proposta di legge di abbassare il tetto al 6%.
L'idea era quella di riuscire a dare un impulso maggiore alla ricerca e alla produzione di biocarburanti derivanti da prodotti organici e vegetali (in particolare rifiuti e scarti di lavorazioni alimentari) che non hanno impatto sul prezzo della produzione di cibo, come, ad esempio, le alghe.
Il Joint Research Center Europeo, infatti, ha pubblicato recentemente un rapporto nel quale si evidenzia come, se venissero rimosse le incentivazioni ai biocarburanti di prima generazione, il prezzo dei generi alimentari, come l'olio vegetale, potrebbe addirittura scendere del 50% in Europa e del 15% nel mondo.
Peccato, però, che ora la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo abbia bocciato a maggioranza la proposta rinviando ogni decisione al 2015.
E siccome a maggio del prossimo anno ci saranno le elezioni europee, di fatto, l'attuale Parlamento chiude preventivamente tutti e due gli occhi sul problema e consegna la patata bollente al prossima legislatura.
Quando si dice che tutto il mondo è paese...
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Argomenti: biocarburanti Unione Europea, politica UE biocarburanti, biocarburanti prima generazione
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