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Zimbabwe, in un solo mese sono 62 gli elefanti avvelenati
Non si arresta la spietata strage di elefanti che viene compiuta in Zimbabwe dagli avidi bracconieri: solo nell'ultimo mese, infatti, nel Parco di Hwange sono 62 gli esemplari di pachidermi uccisi col cianuro il più delle volte iniettato nelle arance.
Il Parco di Hwange si estende su una superficie di quasi 15mila chilometri quadrati e vanta una delle più alte concentrazioni di grandi animali dell'Africa e forse di tutto il mondo ed è già stato teatro di un vero e proprio massacro: nel 2013, infatti, furono oltre 200 gli elefanti avvelenati, mentre altri 100 furono uccisi in altre riserve del Paese sempre utilizzando lo stesso sistema, il veleno nelle arance.
"Sospettiamo siano stati i bracconieri", ha detto Caroline Washaya-Moyo portavoce del Parco africano.
Il motivo di questa folle strage? Il commercio illegale di avorio, un mercato che, insieme a quello dei corni di rinoceronti, pellami e legnami protetti, nel complesso il WWF ha stimato in un giro d'affari a livello mondiale di 23 miliardi di dollari l'anno, ovvero il quarto dopo quello della droga, delle armi e degli esseri umani.
Ma il problema più importante è che se non si ferma in tempi rapidi questa insana strage, gli elefanti rischiano l'estinzione nel giro di pochissimi anni, forse solo dieci ma qualche organizzazione a difesa degli animali addirittura ipotizza ancora meno.
Gli elefanti sono presi di mira non solo in Zimbabwe, ma in molti altri Paesi africani: in Mozambico, ad esempio, negli ultimi cinque anni i bracconieri hanno ucciso la metà dei 20mila esemplari presenti, mentre in Tanzania tra il 2009 e il 2014 la popolazione è drammaticamente precipitata da 109mila a 43mila esemplari.
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Argomenti: commercio illegale avorio, strage elefanti zimbabwe, bracconaggio, parco hwange, massacro elefanti africani, wwf, estinzione elefanti africani
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