|
Pneumatici ricostruiti: fanno bene all'ambiente risparmiando sulle materie prime
Questo è quanto risulta dal bilancio ecologico ed economico della ricostruzione dei pneumatici in Italia per il 2009 redatto da AIRP (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) in cui si legge: "Primati da green economy per l'industria italiana della ricostruzione dei pneumatici: 32.997 tonnellate di pneumatici usati non immessi nell'ambiente per essere invece avviati alla ricostruzione, risparmio di 32.544 tonnellate di materie prime, riduzione del consumo energetico di 114 milioni di litri di petrolio ed equivalenti, minore spesa di 222 milioni di euro per l'utilizzatore finale, perchè uno pneumatico ricostruito costa decisamente meno di uno pneumatico nuovo. Nel nostro Paese la pur considerevole quota della ricostruzione sugli acquisti di pneumatici di ricambio dovrebbe, però, aumentare ulteriormente allineandosi a quella delle altre nazioni economicamente avanzate. Ciò permetterebbe di sfruttare appieno le valenze ambientali ed economiche dei ricostruiti e contribuirebbe in modo determinante al contenimento dei costi e dei consumi energetici a tutto beneficio dell'ambiente, degli automobilisti, delle aziende di autotrasporto pubbliche e private e della stessa fattura petrolifera italiana. Basti pensare che per produrre la gomma necessaria per costruire un pneumatico di un'autovettura occorrono circa 30 litri di petrolio, mentre per un pneumatico industriale l'impiego di petrolio è di circa 100 litri. Questo consumo di materie prime può essere risparmiato se lo pneumatico usato ma ancora integro nella struttura portante viene ricostruito. L'esigenza di sostituire le gomme degli autoveicoli circolanti comporta ogni anno in Europa la necessità di smaltire più di 220 milioni di gomme (oltre 40 milioni nel nostro Paese) con evidenti potenziali impatti nocivi sull'ambiente. Con la ricostruzione è, invece, possibile allungare il ciclo di vita del pneumatico nuovo di qualità e quindi rallentare la trasformazione delle gomme in rifiuto. In pratica, dalla carcassa originale e ancora in perfetto stato di efficienza del pneumatico il ricostruttore, avvalendosi di macchinari e tecnologie particolarmente affidabili, rimuove il battistrada usurato e lo sostituisce con il nuovo. L'affidabilità dell'intero processo di ricostruzione è assicurata da controlli obbligatori molto accurati rigorosamente regolati dalle norme ECE ONU 108 e 109 e dal fatto che gli pneumatici ricostruiti sono molto diffusi proprio su mezzi di trasporto come aerei, autocarri e autobus dove le sollecitazioni e gli stress meccanici sono maggiori. E proprio per queste ragioni, la valenza ecologica dei ricostruiti è stata ufficialmente riconosciuta anche in Italia sul piano normativo dal Ministero dell'Ambiente (decreto 9/1/2003) che ha esentato gli pneumatici usati dalla normativa sui rifiuti. Ed anche il Parlamento italiano ha stabilito con legge l'obbligo per le pubbliche amministrazioni e per i gestori di pubblici servizi di riservare ai ricostruiti almeno il 20% degli acquisti di pneumatici di ricambio".
Galleria fotografica
Argomenti: mobilità sostenibile, auto elettriche, biciclette elettriche, auto ibride, emissioni zero, biocarburanti, batterie litio
|