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I giardini cambiano look a causa del clima
Il clima sta piano piano sovvertendo l'ordine naturale delle cose, e anche i giardinieri sembrano aver capito che è fondamentale adattarsi a questa "rivoluzione". Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, in Olanda o nella lontana Cina, il nuovo "eco-pensiero" è uguale per tutti: è inutile ostinarsi a coltivare le stesse piante di un tempo, con l'onere di combattere contro nemici come la siccità o gli stravolgimenti climatici, molto meglio sperimentare nuove specie e diversificare la coltivazione. Alcuni esempi? I famosi Kew Gardens londinesi, oggi arricchiti di alcune specie di olivi di origine prettamente mediterranea. Chi avrebbe mai immaginato che delle piante subtropicali, abituate a climi decisamente più caldi, potessero adattarsi in zone notoriamente umide come la Gran Bretagna? Trovare degli avocado che crescono a Londra non è proprio cosa di tutti i giorni. Sempre parlando di Regno Unito, fa notizia il rapporto delle vendite relative ai semi di piante alimentari per l'anno 2006, di gran lunga superiori rispetto alle vendite di semi di piante da fiore. Anche negli Stati Uniti i cambiamenti climatici hanno stravolto le abitudini di botanici e agricoltori. La prova più concreta di questo è la carta delle zone di possibile crescita delle diverse specie: rispetto a 15 anni fa, le zone coltivabili si sono spostate più a nord. Va precisato, però, che l'aumento delle temperature non ha portato solo un "folcloristico" cambio di specie. Nelle zone più calde, infatti, sono prolifici alcuni parassiti con il potere di danneggiare enormemente le piante native. E non sottovalutiamo i repentini cambi di stagione (prima caldo, poi freddo improvviso.ci dice niente?), altamente dannosi per le specie non originarie di quelle zone.
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Argomenti: ecologia, ambiente, sostenibilità, energie rinnovabili, risparmio energetico, edilizia sostenibile, fotovoltaico, biomasse, impronta ecologica
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