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La benzina a 25 centesimi al litro: sogno o realtà?
Il problema più grande per la diffusione dell'idrogeno come propellente per i veicoli è stato, fino ad ora almeno, a parte le "pressioni" e gli interessi dei magnati del petrolio, le così dette "Sette Sorelle", lo stoccaggio di questo elemento a temperatura ambiente.
Per sua natura, infatti, l'idrogeno può essere conservato solo a temperature molto basse o ad altissima pressione, con i conseguenti maggiori costi e i notevoli rischi del caso.
Questo fino a ieri, poiché gli studiosi della "Cella Energy", un'azienda inglese all'avanguardia in questo campo, dopo quattro anni di ricerche nei laboratori della Rutherford Appleton vicino a Oxford, grazie all'utilizzo delle nanotecnologie, sarebbero riusciti a incapsulare l'idrogeno in un tessuto polimero poroso.
In pratica la nuova "benzina" all'idrogeno (che secondo alcuni potrebbe prendere il nome di "New Oil' oppure "Oil 2.0") è formata da microcelle di borano di ammoniaca (borazano-H3NBH3), circondate da polimeri e potrà essere inserita nei serbatoi degli autoveicoli e degli aeroplani con minime modifiche ai motori: quando i borani vengono scaldati a una temperatura di circa 80 gradi, in breve tempo liberano l'idrogeno contenuto.
I vantaggi di tutto questo? Il costo ridotto del carburante che scenderebbe a circa un sesto di quello attuale e la totale assenza di emissioni nell'atmosfera, se non il vapore acqueo.
Speriamo bene...
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Argomenti: mobilità sostenibile, auto elettriche, biciclette elettriche, auto ibride, emissioni zero, biocarburanti, batterie litio
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