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Inquinamento elettromagnetico: in Italia manca un piano che regolamenti seriamente il problema
Dieci anni or sono fu approvata una Legge Quadro (la n. 36/2001) che stabiliva alcuni parametri fondamentali in materia di elettrosmog, ovvero di emissioni di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
Si trattava di una serie di provvedimenti che, per allora, erano da considerarsi assolutamente avanzati, ma che - purtroppo - per mancanza di molti decreti attuativi, ha perso via via di valore e di efficacia.
Almeno questa è la tesi della Rete Nazionale E-Smog (Elettrosmog Free Italia) che ha sollecitato tutti gli organi istituzionali del nostro Paese (tra questi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) affinchè vengano immediatamente intraprese azioni e provvedimenti per ridurre i livelli di emissione elettromagnetica sul territorio nazionale e per impostare al più presto dei livelli di qualità più vicini a quelli suggeriti dalle recenti ricerche sul tema.
L'argomento è sicuramente "caldo" anche perché negli ultimi anni si sta assistendo ad una dilagante diffusione di preoccupanti casi di elettrosensibilità, di leucemie e di tumori (ad iniziare dai bambini e dagli adolescenti), fenomeni che (stranamente) stanno aumentando di pari passo alla proliferazione incontrollata delle infrastrutture delle telecomunicazioni che molti degli amministratori locali dimostrano di non riuscire a governare.
Tutto questo nonostante che la comunità scientifica di tutto il mondo stia giorno dopo giorno rinnovando gli allarmi in tema di inquinamento elettromagnetico che, rispetto a dieci anni fa, oggi ha a sua disposizione una casistica e una letteratura epidemiologica vasta e consolidata.
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Argomenti: ecologia, ambiente, sostenibilità, energie rinnovabili, risparmio energetico, edilizia sostenibile, fotovoltaico, biomasse, impronta ecologica
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