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Allarme rifiuti: sono 500 le tonnellate di plastica che vaga nei nostri mari
Secondo il rapporto "L'impatto della plastica e dei sacchetti sull'ambiente marino" realizzato da ARPA Toscana e dalla struttura oceanografica Daphne di ARPA Emilia Romagna su richiesta di Legambiente, nel mare tra Italia, Spagna e Francia c'è una concentrazione di plastica che supera quella della cosiddetta "Isola di spazzatura" (denominata Pacific Plastic Vortex) presente nell'Oceano Pacifico tra le coste della California e il Giappone, tanto che, in un appena un'ora, nell'arcipelago toscano sono stati raccolti 4 chili di rifiuti, di cui il 73% in materiale plastico, in particolare i sacchetti.
In particolare, secondo la ricerca sarebbero complessivamente 500 le tonnellate di rifiuti in plastica che galleggiano nel Mediterraneo, di cui la maggiore concentrazione si è registrata nel 2010 a largo dell'Isola d'Elba con 892.000 frammenti plastici per km2, rispetto ad una media di 115.000.
A fare le spese di questo scempio ci sono ovviamente i mammiferi marini e le tartarughe che, scambiando le parti di sacchetti di plastica per meduse, rischiano di rimanere intrappolati o di soffocare a causa del blocco del tratto digestivo.
Ma non soltanto loro sono in pericolo: delle 312 specie di uccelli marini, ben 111 sono note per aver ingerito rifiuti plastici, mentre sono tra i 700.000 e un milione gli uccelli marini che ogni anno rimangono uccisi per soffocamento o intrappolamento.
Sarebbe dunque ora che i Paesi interessati si muovessero concretamente per ripulire i nostri mari, ma anche che le persone smettessero di gettare in mare i propri rifiuti.
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Argomenti: ecologia, ambiente, sostenibilità, energie rinnovabili, risparmio energetico, edilizia sostenibile, fotovoltaico, biomasse, impronta ecologica
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