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La scoperta di consistenti riserve di petrolio a largo di Cuba cambierà le relazioni con gli USA?
Cuba è l'unico paese al mondo ad aver già imparato a convivere con la fine dell'era del petrolio.
Dopo l'embargo petrolifero imposto dagli Stati Uniti, il Paese caraibico ha dovuto provvedere a sé stesso creando un'economia quasi totalmente oil-free e reinventandosi per questo motivo tutti i comparti dell'economia, dall'agricoltura, all'industria, ai trasporti.
Ma ora che, quasi paradossalmente, è stato scoperto al largo della costa nord di Cuba un giacimento con oltre 5 miliardi di barili di petrolio, secondo le stime del US Geological Survey (ma a Cuba ipotizzano che i barili siano addirittura 20 miliardi), le cose sono destinate a cambiare, sensibilmente.
Questo perché, dal punto di vista energetico, il giacimento renderà l'isola un giocatore importante nella regione.
La prima perforazione esplorativa è prevista, prima della fine della prossima estate, a sole 60 miglia al largo della costa della Florida e vedrà impegnate la svedese Repsol in collaborazione con la norvegese Statoil e l'indiana Oil and Natural Gas Corporation così come, nel frattempo, altre compagnie hanno già firmato accordi per perforazioni esplorative.
Dal canto loro gli Stati Uniti non gioiscono più di tanto e, almeno al momento, mantengono la propria posizione e l'embargo petrolifero voluto da Kennedy.
Ma forse ora le cose stanno per cambiare...
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Argomenti: ecologia, ambiente, sostenibilità, energie rinnovabili, risparmio energetico, edilizia sostenibile, fotovoltaico, biomasse, impronta ecologica
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