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Energia elettrica grazie alle vibrazioni
Davvero una notizia sensazionale quella che arriva, ancora una volta, dagli Stati Uniti.
I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) guidati dal professor Sang-Gook Kim, infatti, hanno progettato e realizzato un dispositivo delle dimensioni ridottissime (poco più di un quarto di dollaro) in grado di sfruttare le vibrazioni a bassa frequenza (come, ad esempio, quelle di un oleodotto o di un ponte) per produrre energia elettrica.
Non solo: questo piccolo congegno - noto tecnicamente col nome di MEMS, ovvero Micro Electro-Mechanical Systems - raccoglie una gamma di vibrazioni ben più ampia rispetto ai modelli attuali ed è in grado di generare cento più volte la potenza dei dispositivi di dimensioni simili.
Per produrre energia elettrica dalle vibrazioni ambientali, i ricercatori hanno utilizzato alcuni strati di materiali piezoelettrici (nella fattispecie cristalli di quarzo) in cui si accumula, in ognuno di essi, una carica elettrica di circa 45 microwatt, energia che viene poi raccolta da microscopici elettrodi.
Ma i ricercatori non si fermano qui: vogliono infatti raggiungere il traguardo dei 100 microwatt e pare che siano già sulla buona strada.
A chi, invece, si sta chiedendo il perché dell'importanza di questa invenzione gli basta pensare all'utilizzo che se ne potrebbe fare in tutte quelle apparecchiature elettroniche installate in aree isolate (come, ad esempio, taluni sensori o anche le luci di segnalazione montate su alcuni cartelli stradali) che vengono alimentate tramite impianti fotovoltaici e relative batterie, sistema che, oltre ad essere molto più costoso, ha bisogno anche di manutenzione periodica.
In questo caso, invece, l'energia sarebbe prodotta in modo costante senza bisogno di nient'altro.
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Argomenti: energia elettrica vibrazioni, vibrazioni bassa frequenza, MEMS, Micro Electro-Mechanical Systems, Massachusetts Institute of Technology, MIT, Sang-Gook Kim
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