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Il costo dei biocarburanti potrebbe scendere grazie a due tipi di funghi
La rivista scientifica americana Nature Biotechnology ha recentemente pubblicato i risultati di una ricerca condotta da un team del Joint Genome Insitute (istituto che fa capo al Dipartimento Americano dell'Energia) su due tipi di funghi che possono incrementare il processo di raffinazione dei biocarburanti attraverso un enzima.
In particolare lo scopo della ricerca è stato duplice: da una parte riuscire a sviluppare soluzioni tecniche che riescano a tagliare i costi dei biocombustibili attraverso l'abbattimento dell'energia necessaria per la loro produzione; dall'altro sviluppare metodi innovativi efficaci per sfruttare, nel processo di produzione dei biocarburanti, anche il materiale legnoso proveniente dallo scarto della produzione agricola (come ad esempio, il fogliame, i rami o anche gli alberi e in genere tutti gli scarti della lavorazione del mais) .
Stando a quando si legge sulla rivista, i ricercatori sono riusciti in questa impresa attraverso l'utilizzo nel processo di due funghi chiamati rispettivamente Thielavia Terrrestris e Myceliophthora Thermophila che riuscirebbero a essere efficienti fino a 75°, temperatura ben al di sopra di quella tollerata dagli altri organismi utilizzati nelle bioraffinazioni convenzionali e che, proprio per questo motivo, migliora l'intero processo di produzione in quanto accelerano il deterioramento delle materie fibrose di origine vegetale.
Non solo: il team di ricercatori si è detto anche certo di migliorare ulteriormente l'efficienza dei due funghi attraverso la manipolazione genetica.
Non si sa se sia per questo studio o meno, fatto sta che il Governo Obama ha già annunciato un nuovo ciclo di sovvenzioni e aiuti proprio per la ricerca sui biocarburanti.
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Argomenti: biocarburanti, funghi per migliorare fabbricazione biocarburanti, Joint Genome Insitute
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